mercoledì 2 febbraio 2011

Se si spegne la democrazia in rete

È già un mese ormai che il Nord Africa ha iniziato una dura lotta contro le false democrazie da cui è soggiogata.

L’Algeria ha visto nascere violentissimi scontri come protesta per l’aumento dei prezzi dei beni di consumo; in Tunisia invece le proteste sono iniziate prima di Natale, ma il regime del presidente Zine al-Abidine Ben Ali, il più autoritario del Nord Africa secondo solo a quello di Gheddafi, ha impedito il lavoro dei giornalisti e le notizie e le immagini sono filtrate con il contagocce.
In Egitto invece la protesta ha avuto inizio con la "giornata della collera" il 25 gennaio al Cairo, quando migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per chiedere la fine del regime di Mubarak e condizioni di vita migliori.

Ho lavorato a lungo con questi paesi e ho speso tanto tempo in quei luoghi: sono profondamente convinto che ciò che sta accadendo sia un evento epocale, paragonabile solamente alla caduta del muro di Berlino.

L’Africa sta combattendo per la democrazia: non è un caso che su 53 nazioni indipendenti che formano il continente africano, solo il Sudafrica sia una vera democrazia!

Il resto dei capi di governo possono tranquillamente essere definiti dittatori che si ammantano di una facciata democratica per controllare il Paese.

È il caso dell’Egitto e del suo presidente Mubarak, che pochi giorni fa ha fatto chiudere interamente la Rete Internet e bloccare il traffico telefonico (SMS) portando come scusa possibili “problemi di ordine pubblico”. Un precedente che ovviamente farà molto discutere.
 Finora le azioni governative più eclatanti compiute contro la libertà di informazione in rete sono state la cancellazione del dominio del sito di Wikileaks e il parziale blocco del traffico in Cina (ad esempio Google) e Iran. In nessun caso, però, si è mai verificato un black-out globale come quello avvenuto in Egitto.

Questo mi fa riflettere: ormai siamo abituati ad essere sempre connessi, cosa succederebbe se non avessimo più questa possibilità?
 Senza connessione telematica riusciranno in Africa a dare la spallata vincente necessaria per la caduta dei regimi?

Io sono convinto di si.
Il tentativo di Mubarak di creare un buio telematico è ben poca cosa rispetto ai cinici interessi che ruotano attorno allo stretto di Suez...(bisogna risalire ai tempi di Nasser per capirne tutta la portata...http://it.wikipedia.org/wiki/Gamal_Abd_el-Nasser)
L’effetto domino causato dalla possibile chiusura dello stretto contribuirebbe ad incrementare l’aumento del prezzo del petrolio, quindi aumenterebbe l’inflazione, che a sua volta potrebbe congelare la tenue primavera della ripresa...
No, l’America non se lo può permettere, e poco importa se El Baradei si era inimicato Bush & Co durante la seconda guerra del Golfo, denunciando le torture a cui erano sottoposti i prigioneri mandati in Egitto...
Adesso è l’uomo perfetto per fare il gioco degli Stati Uniti...

Petrolio non olet

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