martedì 8 settembre 2009

Il saluto di Obama agli studenti

Oggi La Stampa pubblica un'anteprima del discorso che Barack Obama terrà nelle prossime ore. E' destinato agli studenti americani, che proprio oggi tornano sui banchi di scuola dopo la pausa estiva.

Il discorso contiene molti messaggi stimolanti per i ragazzi, ed è ovviamente ben scritto e fluido, curato in ogni dettaglio, come sempre.

Ci sono un paio di passaggi che mi sono paciuti più di altri:

- non ci sono scuse per chi non ci prova.

- non abbiate paura dei fallimenti


E cita gli esempi di Harry Potter - il primo libro fu rifiutato per ben 12 volte dagli editori prima di essere pubblicato - e di Michael Jordan, che fu addirittura espulso dalla squadra di basket alle superiori.

E' un discorso che ben si adatta anche alla vita d'azienda.

Come ama citare Tom Peters nelle sue presentazioni:"Reward execellent failures. Punish mediocre successes" (citazione di un executive di Sydney).

Come dire: non abbiate paura di sbagliare.

E soprattutto: managers, non fate i maestrini con la bacchetta. Troppo facile, sono capaci tutti a fare gli arroganti e a bacchettare a destra e a manca.
Se qualcuno dei vostri sbaglia, incoraggiato a fare meglio, aiutatelo a ritrovare la motivazione, indicate la via e fornite tutto il supporto per farlo bene.

E se sbaglia ancora, aiutatelo di nuovo. E' questa la parte difficile.

Perchè l'etimologia della parola manager è chiara: MAN, ovvero uomo, cioè persona.

Ecco il testo di Obama

mercoledì 2 settembre 2009

Una mano a chi è rimasto indietro: anche un libro può far la differenza

Quest'anno alla conferenza europea Teradata di Istanbul abbiamo lanciato in Europa il programma Teradata Care, un progetto che la mia azienda ha promosso prima negli Stati Uniti, poi via via in tutto il mondo.
L'idea era quella di lasciare qualcosa alla città che ci aveva ospitato.
Il mio ricordo di quei giorni è ancora frenetico: si trattava del progetto europeo più importante dell'anno e nel mio nuovo ruolo mi ero trovato a gestirlo di punto in bianco, con i riflettori di tutta l'azienda puntati addosso.
Abbiamo semplicemente messo una postazione con dei libri per bambini e abbiamo chiesto ai partecipanti alla conferenza di impacchettare un libro e di scrivere una dedica per un bambino, che ovviamente non conoscevano.
Beh, nella frenesia di quei giorni ricordo con piacere di avere visto colleghi e clienti sostare anche per diversi minuti presso la postazione a cercare l'ispirazione per le parole giuste per una dedica ad un bambino sconosciuto.
Alla fine sono stati impacchettati 850 libri per i bambini delle scuole della zona di Istanbul che ci ospitava, e abbiamo organizzato un pomeriggio diverso per quei bambini, coinvolgendo un mago-animatore.
Un piccolo gesto, una giornata diversa per loro.
L'obiettivo di fondo era quello di incoraggiare i bambini a leffere di più, per avere più consapevolezza per il loro futuro.
E guardando i risultati sono contento di quello che abbiamo fatto.
Non una cosa automatica, non una cosa in pompa magna e roboante, ma una piccola attività fatta sottovoce durante un momento professionale.
Sono contento perchè nella frenesia di quei giorni ho capito ancora una volta che anche i piccoli gesti possono avere un grande impatto.
E averlo fatto a Istanbul, città che ho imparato a conoscere e ad amare nel corso di questi anni, mi ha dato ancora più soddisfazione...

Ne ho parlato ieri anche qui, sul blog aziendale.