martedì 23 settembre 2008

Il cambiamento secondo Heidrick & Struggles

Cosa cercano oggi le aziende? E come ci si può posizionare meglio nel mercato del lavoro?

A queste e ad altre domande sta dando una risposta l'Alumni Bocconi con le Head Hunters series.

Il primo incontro si è tenuto oggi a Palazzo Bocconi con Heidrick & Struggles International, nella persona di Maurizia Villa, Managing Partner per l'Italia: è stato un incontro interessante, con alcune riflessioni utili (e qualche conferma) per posizionarsi meglio nel mercato, unito al piacere di incontrare gli amici dell'MBA.

Quali sono i megatrend che potrebbero influenzare il cambiamento? Maurizia Villa ne ha evidenziati almeno quattro:

- Sicuramente la crisi dei mercati finanziari porterà a un cambiamento epocale, ci riavvicineremo tutti al mondo reale, quello delle imprese

- Mettersi in gioco, fare nuove esperienze, non avere paura del cambiamento

- La competizione nel mondo del lavoro sarà accentuata dall'arrivo di lavoratori dai mercati "nuovi", tipo l'India, che sono bravi e hanno voglia di fare: dimentichiamoci il "walking office" e prepariamoci a partire per nuove destinazioni, in Europa e non.

- Un incremento della meritocrazia all'interno delle aziende. Chi vale sale, chi non vale scende dal treno e si cerca un treno più adatto a sè. Punto.

Ma la riflessione più bella della serata è arrivata quasi alla fine, parlando di talent management e di sviluppo personale.

Cito testualmente: "La fortuna più grande che si possa avere in questo momento è quella di lavorare con un capo intelligente. Avere un buon capo significa avere un capo che ti spacca le ossa, che ti fa rifare le cose all'infinito finchè non sono fatte bene e poi si congratula con te quando le fai bene. Il buon capo è una persona responsabile, seria e con la voglia di lavorare".

Per me queste parole sono valse la serata, sono una conferma e un orientamento preciso per il mio futuro: non cosa o dove, ma con chi. Con la squadra giusta e le persone giuste.

E ancora una volta mi sono tornate in mente le parole scritte da Charles Peguy nel 1913, nella sua opera "Il Denaro", che per me hanno un particolare significato, ovvero il piacere di lavorare.

"Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone né per gli intenditori né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta per sé, in sé, nella sua stessa natura. Esigevano che quella gamba fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano".

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