giovedì 28 ottobre 2010

Socializzazione alla Partners Conference di Teradata

Oggi Darryl McDonald ha esposto il suo concetto di socializzazione dei dati (i momenti di socializzazione sono un elemento chiave di ogni conferenza, che strano che finora non abbiamo mai pensato a questo tipo di dati!). Se volete sentirlo direttamente dalla voce di Darryl lo potete fare qui. In molti si sono incuriositi riguardo questo argomento dopo il mio post di ieri, quindi proverò a spiegarvelo così come io l’ho capito.


Darryl fondamentalmente sostiene che per trarre valore dai propri dati, ci sono 3 passi necessari da fare: integrare, esplorare e condividere tali dati. Questo è esattamente ciò che si fa con i database di qualsiasi dimensione, sia che si stia utilizzando un semplice data mart o un vero e proprio data warehouse aziendale. Per dirla con parole mie, il messaggio di Darryl è che ormai siamo abituati a costruire piccoli mondi in miniatura – alcuni più grandi, altri più piccoli – e tendiamo ad accontentarcene, mentre invece nel mondo reale i dati stanno virtualmente esplodendo. Darryl ha utilizzato come esempi i social media, i dispositivi mobili e i sensori. Non appena le aziende cominciano ad interessarsene, tutte queste fonti di dati rivelano le loro enormi potenzialità di business. Al momento siamo nel bel mezzo di questo processo che nei prossimi 2 o 3 anni si farà anche più intenso.

Quello che Darryl ha voluto dire con il suo discorso, è che dobbiamo percorrere nuove vie per trovare e cogliere nuove opportunità. Teradata sta fornendo i mezzi tecnici per farlo.


Il tutto si riduce a quello che chiamo “gap di realizzazione”, che si manifesta perché negli anni passati ci è stato detto (in puro stile didattico...) che l’innovazione è guidata dal business: ci serve, quindi lo inventiamo.

Al contrario io credo che i cambiamenti nel business saranno guidati dalle nuove tecnologie, e non viceversa. Teniamo presente che i dispositivi mobili e i dati geospaziali sono arrivati prima di quei servizi location-based ora tanto apprezzati.

Stephen Brobst, CTO di Teradata, passando quasi inosservato aveva previsto tutto questo appena 18 mesi fa. Questo gap è stato colmato ad un ritmo pazzesco.


Ma tornando agli aspetti tecnici, i 3 livelli integrazione-esplorazione-condivisione dei dati ci hanno proposto una sfida molto interessante.

Da un lato sappiamo che per una comprensione approfondita è necessario integrare i nuovi dati con quelli già esistenti – per esempio, proporre a ciascun cliente offerte adeguate basandosi solo sui dati relativi alla loro ubicazione geografica non è certo sufficiente! Dall'altro lato c’è una varietà completamente nuova sia di tipi di dati, sia di strumenti analitici specializzati in queste tipologie di dati. Questo è il motivo per cui Teradata ha speso tante energie nell’integrazione con gli strumenti dei propri partner e per cui stiamo testando nuove modalità di collaborazione con le nostre piattaforme.

A detta di Darryl, per sostenere la visione di un ecosistema aziendale aperto sia ai dati che alle persone, tutto è utile: dalle in-database analytics ai laboratori di dati e all’LDM unificato fino all’allineamento con i sistemi Hadoop.


Noi di Teradata stiamo rendendo possibili le opportunità di business del domani grazie all’idea ben chiara di quali dati vengono generati e al fatto che stiamo rendendo disponibili tali dati per l’analisi. La piattaforma di socializzazione dei dati di Darryl è il nostro contributo concreto in risposta alla sfida e, allo stesso tempo, lo strumento che ci permette di stimolare tutti quei pionieri che sono pronti a cogliere le nuove opportunità.

Dopo tutto le idee non nascono dall’incontro di persone diverse, ciascuno con retroterra culturali e sociali diversi?


Per ora è tutto. Se invece state cercando ispirazioni d’altro tipo, date un’occhiata ai Sand Artists che si sono esibiti durante la sessione generale di oggi.

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