domenica 6 aprile 2008

Il vino adulterato e il Vinitaly. Le mozzarelle alla diossina e l'Expo

Anche oggi tengono banco sui media le notizie sul vino adulterato sul "falso Brunello", oltre a quella delle mozzarella di bufala alla diossina.
Chiarisco subito che le due notizie sul vino sono diametralmente opposte: Il cosiddetto "falso Brunello" sarebbe stato prodotto anche con uve non previste dal disciplinare - che prevede solo uve sangiovese - ma anche con cabernet e merlot.
La notizia sul vino adulterato è gravissima, mi riporta con la mente al 1986 (abitavo ancora a Bra in Piemonte, a un tiro di schioppo da Narzole, il paese dello scandalo al metanolo), quando la notizia del vino al metanolo arrivò come una deflagrazione nelle case di tutti gli italiani e provocò la crisi del vino italiano: esisterebbero in commercio circa 70 milioni di litri di vino prodotti con un terzo da uva, e il resto da acqua, zucchero, fertilizzanti (!!) e acido cloridico. Una delle presunte aziende coinvolte fu già coinvolta nello scandalo del vino al metanolo di 22 anni fa.
Speriamo che venga fatta chiarezza immediata e che il vino incriminato venga rintracciato e ritirato dal mercato nel più breve tempo possibile. (in questo campo le tecnologie RFID per la rintracciabilità potrebbero aiutare molto, se applicate in modo massivo su tutta la filiera...).
Veniamo adesso alla mozzarella di bufala alla diossina. Si sta spegnendo piano piano l'eco mediatica provocata dalla notizia che la mozzarella di bufala sia prodotta con latte contenente diossina (proveniente dalle zone in cui c'è l'emergenza rifiuti, in Campania).
Sul Corriere di oggi il Ministro De Castro segnala "le strane coincidenze": l'allerta mozzarella è scoppiato proprio alla vigilia dell'assegnazione dell'Expo, garda caso proprio dalla Corea del Sud, Paese pro-Smirne... E il caso del vino adulterao è esploso proprio durante il Vinitaly.
Nell'economia e nella politica globale i grandi burattinai sanno machiavellicamente azionare le leve della comunicazione con precisione chirurgica...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono arrivato a questo post ricercando informazioni proprio a proposito dello scandalo del 1986.
Ho capito male o una delle aziende coinvolte oggi e anche 20 anni fa è ancora di Narzole? Vorrebbe dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Sinceramente non so se fidarmi ad acquistare il vino li', anche solo psicologicamente, oltre che perchè non ci sono vigne ed un consumatore finale lo compra da uno che a sua volta lo prende da una cooperativa "confezionandolo" poi non si sa quanto onestamente.
Regards.