sabato 12 aprile 2008

La vision e il 2.0

Anche oggi - come ieri - scrivo dal treno, nel percorso inverso daVenezia verso Milano.
Ieri sera ho avuto la fortuna di cenare alla Giudecca in splendida compagnia di famosi imprenditori, direttori finanziari di grandi aziende, importanti consulenti di direzione.
Conversando abbiamo trattato ancora una volta il tema della leadership, e sono emersi degli spunti e degli stimoli interessanti.
Uno di questi riguardava la vision del leader, sia esso manager dell’azienda o imprenditore. Ovvero la capacità del leader di vedere oltre, di capire, di preparare, di organizzare, di comunicare e di “scaricare a terra” quello che gli altri oggi non vedono. Sono emerse due opinioni distinte, poi mediate.
Per alcuni la vision del leader va intesa etimologicamente, il visionario “vede” oltre, perché lui è “una spanna sopra” e ha delle doti e delle capacità superiori.
Per altri la vision del leader è data da un insieme di sensazioni, di feedback continuativi, di capacità di ascolto, di analisi del cambiamento, diciamo in un’ottica manager 2.0.
La mediazione sta nel mezzo, ovvero non è che sia sempre solo una o l’altra, ma sarà sempre un insieme delle due. Avranno successo quelle aziende che saranno capaci di unire la capacità di ascolto al mercato alla capacità di vision del leader, coerentemente con la strategia dell’impresa.
Mi sembra una buona sintesi, in linea con quello che io chiamo “il circolo virtuoso”, che è una delle cose che mi sono portato a casa dall’MBA, nello specifico dall’esame di strategia 2 del prof. Invernizzi.
Tornerò su questo tema, è un bello snodo.

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